Gli
Ingauni del IV secolo a.C. svilupparono notevoli conoscenze
marittime, le quale furono la base della loro potente flotta; il
commercio e la pirateria diventano così le principali risorse della
città. Durante tale epoca si hanno notizie di scontri con la colonia
greca di Marsiglia: le due potenze si contendevano il dominio del
Tirreno settentrionale. Lo storico romano Tito
Livio
ci descrive le navi ingaune snelle e veloci, realizzate appositamente
per poter combattere di
corsa.
Insieme ai Sabates
di Savona
e agli Intemelii
di Ventimiglia,
erano un gruppo etnico abbastanza omogeneo che andava da Savona a
Monaco e che i romani definirono con il nome di Ligures
Alpini.
Figura
4: Divisione del Ponente Ligure nelle tribù dei ligures alpini –
Rielaborazione -
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Gli
ingauni governavano sul territorio che va da Finale Ligure,
confinante con i Sabates,
fino a Sanremo, confinante con gli Intemeli,
più vasto rispetto ai confinanti. Oltre all'attività marittima,
l'economia si basava anche sullo sfruttamento del territorio
circostante, tramite l'agricoltura e la pastorizia.
La
Repubblica Romana si pone l'obiettivo di conquistare la Liguria, per
avere vie terrestri sicure verso le colonie della Gallia
e dell'Iberia,
oltre a porti sicuri dove poter attraccare. Nel III secolo a.C. i
romani trovano come alleato la città di Genova. Tra le due realtà
si instaura un patto che non verrà mai a meno. Tuttavia la politica
genovese non era condivisa con il resto delle popolazioni liguri, le
quali erano maggiormente legate a Cartagine da vincoli commerciali.
Figura 5: Epigrafe in onere di Valerio Braduanio Maurico, ritrovata negli scavi della Cattedrale. Uno dei molti titoli trovati durante le campagne di scavo. |
Durante
la Seconda
Guerra Punica
(218 a.C. - 201 a.C.), Albium
Ingaunum
si allea con il generale cartaginese Annibale,
che farà della piana una delle sue basi. Magone Barca, fratello di
Annibale, a capo dell'esercito ingauno e di quello savonese, attacca
e saccheggia Genova, causando alla città un danno talmente enorme,
che ancora oggi si usa il termine dialettale "magone"
per indicare il nodo in gola causato dalla mancanza di lacrime per il
troppo pianto. Inoltre assieme al cartaginese gli ingauni sconfiggono
la popolazione degli Epanteri,
situata nelle zone montane dell'entroterra.
Dopo
la sconfitta dei Cartaginesi, gli Ingauni furono costretti
all'alleanza con Roma, rimanendo comunque autonomi economicamente
mediante un foedus,
stipulato nel 201 a.C.: questo concedeva ai romani di superare i
territori ingauni senza subire saccheggi. Nonostante ciò, dopo
alcuni anni il patto scemò in quanto riprese l'attività di
pirateria; a questo si aggiunse un sentimento antiromano nato dalla
guerra contro i Liguri
Apuani.
Il Senato Romano non fu più disposto a tollerare ciò. Inviò nel
185 a.C. un esercito comandato dal proconsole Lucio
Emilio Paolo. Gli
scontri sono stati descritti dallo storico Tito
Livio:
la prima vittoria fu Ingauna, che secondo la tradizione avvenne con
l'inganno. I romani, seppure in numero inferiore, grazie alla grande
abilità militare,
riuscirono comunque a vincere lo scontro successivo.
Figura
6: Carle Vernet: Trionfo di Lucio Emilio Paolo dopo la vittoria
sugli ingauni
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Esattamente
nel 181 a.C. il proconsole conseguì una notevole vittoria terrestre
in concomitanza con una navale avvenuta dal duumviro Matieno,
che catturò 32 navi corsare, portando alla definitiva resa di Albium
Ingaunum.
Poco dopo, i romani ottennero il completo controllo sulla Liguria
grazie alla vittoria sui Liguri
Montani.
Lucio
Emilio Paolo
decise di non infierire sulle popolazioni vinte ma sulla loro
capacità di difesa e di attacco: distrusse le mura dell'oppidum
ingauno e proibì la costruzione di navi di grosso tonnellaggio.
Questa politica, tipica dei romani, mirava a introdurre elementi
della civiltà romana lasciando tuttavia libere le popolazioni.
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