Basso Medioevo


Dopo la morte di Adelaide, il Comitato di Albenga passò al Marchese Bonifacio del Vasto di Savona, successivamente al nipote Marchese Bonifacio di Clavesana che le diede il nome di Marca Albingane; fino al XIV secolo i Clavesana affermarono i loro diritti sul territorio ingauno.
Nel 1098 Albenga diventerà un libero Comune. Partecipa alla prima crociata con un proprio contingente e una propria flotta. È grazie a questo combattimento che nasce il gonfalone delle città, la croce rossa in campo oro, i colori di Roma. Nel 1109 ai cittadini ingauni vennero concessi importanti privilegi marittimi e commerciali nel Levante del Mediterraneo da parte del Re di Gerusalemme Baldovino

Nel 1159 la città di Albenga ricevette l'investitura Imperiale: il Vescovo Roberto, assieme ad un Console andarono incontro all'Imperatore Federico Barbarossa, mentre scendeva in Italia, per fargli una confessione di fede ghibellina, che non venne mai tradita.
Nel XII secolo gli interessi commerciali ingauni entrano in conflitto con la Repubblica di Genova e con Pisa. Nel 1165 la città viene saccheggiata e incendiata da una flotta di Pisani; ma gli Albenganesi trovano la forza per ricostruirla e riprendono i commerci. Si alleano con Savona e Pisa contro Genova: quest'ultima arma un esercito che annienta quello savonese e costringe Savona a demolire le mura; Albenga si arrende per evitare che la città venga nuovamente saccheggiata. I genovesi la obbligano a sottomettersi costringendola a mantenere in città un contingente di soldati genovesi.

Nel 1238 Genova entra in conflitto con Federico II che si allea alla lega fatta tra Savona, Ventimiglia e Albenga, città ghibelline. Ma nel 1250, la morte dell'imperatore svevo costringe Albenga ad arrendersi definitivamente a Genova che le imporrà un contingente militare, podestà ed ai giudici della Superba. Come nel resto dell'Italia del XIV secolo anche Albenga è soggetta a guerre tra guelfi e ghibellini; dopo la demolizione del porto si aggiunge questo conflitto che provoca la chiusura di molte industrie e il degrado di molti edifici.
 
Figura 9: Battistero. Cattedrale. Tratto di mura medievale.


Risale a questo periodo la deviazione del fiume Centa. Il suo percorso finale era tortuoso, e i frequenti straripamenti non permettono di bonificare alcune terre. Si decide che il fiume debba essere regimentato: viene allargato un canale che passa vicino al Centro e che aveva il principale scopo di rifornire di acqua alle concerie. Questo tuttavia provocò l'insabbiamento della baia dove risiedeva il porto. Questo provvedimento si ripercuoterà sulla geografia della piana, difatti la linea di costa si allontanerà dal borgo che perderà per sempre il contatto con il mare. 
Lo storico Nino Lamboglia afferma, tuttavia, che la deviazione del Centa precedette questa decisione di Genova: per dare acqua alle concerie costruite fuori dalle mura, gli abitanti scavarono un canale tra il fiume e il porto, a sud della città. Le valutazioni sul comportamento delle acque furono sbagliate e le frequenti alluvioni scaricarono sedimenti nel canale e nel porto. I genovesi si limitarono a chiudere gli altri bracci del delta, accelerando il processo di insabbiamento.
Nel 1436 Albenga, legata ormai alla Superba, diviene partecipe del conflitto contro Milano, infatti Filippo Maria Visconti decide di inviarle contro il condottiero Niccolò Piccinino, tramite l'aiuto del Marchese del Carretto di Finale Ligure. La città viene messa sotto assedio. Genova ha come Doge Tommaso Fregoso, che incarica il capitano Tommaso Doria e il condottiero Baldaccio d'Anghiari di intervenire in difesa all'assedio. Il Marchese del Carretto viene catturato e sta per essere portato via mare come prigioniero a Genova, ma nei pressi della sua città, si tuffa in mare e riesce a fuggire, salvandosi a nuoto; la mancanza di fondi per la cura della piana e del fiume Centa vede quest'ultimo padrone delle terre, trasformando la florida piana in paludi malsane e maleodoranti. La flotta non riesce più a riprendersi e molte navi preferiscono far porto nella più vicina e sicura Alassio. 

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